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Pensione dal 2027: cosa cambia davvero? 🤔💰⏳

Ti sei mai chiesto cosa succederà alla pensione dal 2027? Lo Stato sta valutando di bloccare l’aumento dell’età pensionabile. Questo potrebbe sembrare una buona notizia per chi vuole smettere di lavorare prima, ma dietro ci sono grandi cifre: si parla di un costo fino a 3 miliardi di euro per lo Stato! In questo articolo ti spiego tutto in modo semplice, con esempi e spiegazioni che puoi capire facilmente. 📊


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Indice 📌



1. Cos’è il blocco dell’età pensionabile ⚖️


Dal 1° gennaio 2027 l’età per la pensione dovrebbe aumentare di 3 mesi per effetto della speranza di vita, cioè perché viviamo più a lungo e quindi lo Stato deve bilanciare i conti. Se il Governo decidesse di bloccare questo aumento, le persone potrebbero andare in pensione prima. Questo sembra un vantaggio, ma bisogna ricordare che significherebbe anche spendere molto di più per pagare le pensioni.

✍️ In parole semplici: senza cambiamenti, dal 2027 serviranno 67 anni e 3 mesi per andare in pensione di vecchiaia. Se invece il blocco sarà confermato, si resterà fermi a 67 anni.


2. Perché costa 3 miliardi allo Stato 💸


Se più persone iniziano a ricevere la pensione in anticipo, lo Stato dovrà pagare più assegni ogni mese e per un tempo più lungo. Questo comporta un costo enorme, calcolato in circa 3 miliardi di euro. Per capire meglio, è come se ogni anno lo Stato dovesse pagare pensioni aggiuntive pari al costo di costruire decine di ospedali o scuole.



3. Requisiti per la pensione di vecchiaia dal 2027 👵👴


Per chi ha contributi versati prima del 1996, le regole saranno:

  • Età: 67 anni e 3 mesi

  • Contributi: almeno 20 anni


Se rispetti questi requisiti potrai andare in pensione con il cosiddetto sistema misto. Chi invece non rientra, passerà al sistema contributivo, che ha regole diverse.

Esempio: se hai iniziato a lavorare nel 1985 e hai già 25 anni di contributi, potrai chiedere la pensione a 67 anni e 3 mesi.


4. Chi rientra nel sistema contributivo 🧾


Per chi ha iniziato a versare i contributi dopo il 1995, la pensione si calcola solo con il sistema contributivo:

  • Età: 67 anni e 3 mesi

  • Importo minimo: la pensione deve essere più alta dell’assegno sociale (nel 2025 sarà di 538,69 €)

  • Se non si raggiunge questa cifra: si potrà andare in pensione solo a 71 anni e 3 mesi con almeno 5 anni di contributi effettivi.

Esempio: se una persona ha versato solo 10 anni di contributi e la sua pensione risulterebbe troppo bassa, dovrà aspettare i 71 anni e 3 mesi.


5. Pensione anticipata e finestre di attesa ⏱️


La pensione anticipata è quella che ti permette di smettere di lavorare senza raggiungere l’età di vecchiaia, ma solo se hai molti anni di contributi.


Dal 2027:

  • Uomini: 43 anni e 1 mese di contributi + un periodo di attesa (finestra mobile)

  • Donne: 42 anni e 1 mese + finestra mobile

La finestra mobile significa che, anche se hai raggiunto i contributi richiesti, devi aspettare ancora qualche mese prima di ricevere la pensione. Per i dipendenti pubblici, questa attesa aumenterà a 7 mesi nel 2027 e a 9 mesi dal 2028.



6. Sistema contributivo puro 📈


Chi ha contributi solo dopo il 1996 rientra nel cosiddetto sistema contributivo puro. In questo caso le regole sono:

  • Età: 64 anni e 3 mesi

  • Contributi: 20 anni e 3 mesi

  • Importo minimo: la pensione deve superare l’assegno sociale


Questo sistema tiene molto conto di quanto hai versato. Più contributi hai e più alto sarà l’assegno che riceverai. Se invece i tuoi contributi sono pochi, rischi di avere una pensione bassa.


7. Cosa fare già da ora ✅


Non possiamo sapere con certezza se il Governo deciderà di bloccare davvero l’aumento dell’età pensionabile. Però quello che possiamo fare è prepararci e non farci trovare impreparati.


👉 Ecco i passi pratici che puoi iniziare a fare subito:

  1. Scarica il tuo estratto conto INPS per controllare tutti i contributi versati.

  2. Richiedi il tuo report pensionistico personalizzato, così avrai una previsione chiara.

  3. Valuta se ti conviene continuare a versare contributi aggiuntivi o riscattare anni di studio o lavoro non coperti.

  4. Organizza un piano per capire in anticipo quando potrai smettere di lavorare e con quale importo.



 
 

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